Durante le vacanze natalizie 2015 un piccolo gruppo di seminaristi del Seminario Maggiore “San Vitaliano, Papa” dell’IVE, accompagnati da p. Ricardo Clarey (rettore), visitarono la Grecia. Lo scopo del viaggio era la visita dei luoghi dell’Apostolo San Paolo e anche dell’antichità classica.
Nord della Grecia
Siamo partiti il 19 dicembre da Brindisi e il giorno seguente siamo arrivati a Igoumenitsa. Da lì, mentre andavamo a Tessalonica, abbiamo visitato i monasteri delle Meteore (dal greco, sospeso in aria), eccezionali costruzioni sulle cime di torri naturali di roccia. A Tessalonica siamo stati ospitati da p. Jan nella parrocchia dei lazzaristi. Il giorno dopo siamo andati a Stagira, città nativa di Aristotele. Lì abbiamo visitato il cosiddetto “Parco di Aristotele” dove ci sono diverse sue invenzioni, che mostrano quali erano le sue conoscenze fisiche. Nello stesso giorno abbiamo visitato anche Museo Archeologico di Tessalonica e il simbolo della città, la Torre Bianca.
Il giorno successivo siamo andati a Filippi, dove abbiamo celebrato la Messa nel luogo in cui avvenne il primo battesimo in territorio europeo, quello di Lidia. “Ci mettemmo a sedere e si parlò alle donne lì radunate. Una di loro, chiamata Lidia, venditrice di porpora, della città di Tiatira, timorata di Dio, stava ascoltando. Il Signore le aprì il cuore, perché potesse intendere quello che Paolo diceva. Dopo che ebbe ricevuto il battesimo, insieme ai suoi di famiglia, ci pregò dicendo: “Se voi mi giudicate fedele al Signore, venite a stare a casa mia…” (Atti 16,13-15). Nel sito archeologico di Filippi oltre al teatro, l’agorà e le basiliche cristiane, si conserva ancora oggi il luogo dove furono imprigionati S. Paolo e Sila per aver cacciato lo spirito di Pitone da una giovane schiava. Come sappiamo dagli Atti, da questa prigione Paolo e Sila furono liberati miracolosamente, provocando la conversione della guardia. “Verso mezzanotte, Paolo e Sila pregavano cantando inni a Dio e i carcerati potevano sentirli. A un tratto, venne un terremoto così grande da scuotere le fondamenta della prigione, subito si spalancarono tutte le porte e si spezzarono le catene di tutti i carcerati…” (Atti 16, 25-26).
Atene
Andando verso Atene abbiamo visitato un altro luogo paolino, Veria, dove si trova un monumento moderno costruito nel punto in cui secondo la tradizione locale predicò S. Paolo. Nello stesso giorno siamo andati a Vergina, dove abbiamo potuto visitare l’antica necropoli dove si conserva il tumulo del Filippo II, padre di Alessandro Magno. La tomba venne fatta costruire sicuramente da Alessandro intorno al 336 a. C., anno della morte del padre. Andando ad Atene, siamo passati per le Termopili, il luogo della battaglia nella seconda guerra persiana, il famoso episodio dei 300 spartani. Siamo arrivati ad Atene di sera dove ci ha ospitato p. Fernando Bravo IVE nella parrocchia “San Paolo Apostolo”, sotto la cura pastorale del nostro Istituto religioso.
Il 24 dicembre, vigilia di Natale, siamo andati di mattina a visitare l’Acropoli di Atene. Nell’Acropoli, “città alta”, un tempo sorgeva la reggia fortificata del monarca miceneo, accanto alla quale già in età tardo-arcaica, sorsero abitazioni private ed edifici sacri. Nel periodo che va da Solone (VI sec. a. C.) a Pericle (V sec. a. C.) l’Acropoli fu trasformata nella città-santuario che ancor oggi possiamo in gran parte ammirare. Per prima cosa abbiamo visitato il santuario di Dioniso con il teatro, dove furono rappresentati per prima volta le opere dei tre grandi tragici dell’antichità greca: Eschilo, Sofocle ed Euripide. Dopo siamo passati per i Propilei, il vestibolo monumentale progettato allo scopo d’equilibrare il Partenone ma mai completato.
Successivamente abbiamo visitato il Partenone, il tempio sacro ad Atena Parthenos (vergine), protettrice della città. Questo tempio aveva la forma tradizionale d’una cella, che racchiudeva la statua della dea, circondata da un peristilio di colonne doriche. Atena era raffigurata da una grande statua d’oro e d’avorio in piedi e ricoperta da un’armatura. Il Partenone, completato nel 432 a.C. e rimasto inalterato fino al VI secolo d.C., fu poi trasformato in chiesa cristiana, quindi nel 1400, in moschea, infine in deposito di munizione, sempre conservando gran parte dei suoi marmi. Nel 1687, fu colpito da una cannonata del Morosini, dalla quale ne usci in parte distrutto.
Al lato del portico d’ingresso vene edificato il piccolo tempio di Atena Nike (l’Atena della “vittoria”) in ricordo dell’allora recente vittoria sui persiani. Sul bordo settentrionale dell’Acropoli, spiccano le bianche mura dell’Eretteo, un complesso edificio che serviva ad ospitare culti antichissimi. Dalla parte opposta di fronte al Partenone abbiamo potuto ammirare la Loggia delle Cariatidi, sorretto anziché da colonne, da sei figure femminili alte 2,30 m. che indossano un peplo ionico e portano un cesto sulla testa. Presso l’angolo sud-occidentale dell’Acropoli si trova un secondo teatro fatto erigere nel 161 d.C. da un magnate ateniese, Erode Attico, in memoria della moglie Annia Regilla. Si tratta di un edificio coperto, destinato ai spettacoli musicali, e chiamato perciò più propriamente Odeion, capace di contenere più di 5000 spettatori.
Dopo aver visitato Acropoli siamo scesi all’ Areopago – la collina di Ares che si trova a ovest dell’Acropoli, un altro luogo della predicazione di S. Paolo. Conosciamo tutti il suo celebre discorso, che è il modello perfetto della evangelizzazione della cultura. “Ateniesi, sotto ogni rapporto, io vi trovo grandemente religiosi. Percorrendo, infatti, la vostra città, e vedendo gli oggetti della vostra venerazione, ho trovato pure un altare con questa iscrizione: a un dio ignoto! Quello che voi venerate senza conoscerlo, io lo annunzio a voi…” (Atti 17, 22 – 23).
Di sera abbiamo partecipato alla Santa Messa nella parrocchia di p. Fernando Bravo, che, in seguito alla celebrazione, ha fatto dei piccoli regali ai bambini della parrocchia mentre noi cantavamo dei canti natalizi. I Greci hanno la bellissima tradizione che il 24 e 25 dicembre i bambini vanno per le case con un triangolino cantando canti natalizi, e il padrone della casa deve offrire loro qualcosina, come qualche dolcetto. Il 25 dicembre così, noi abbiamo adottato questa tradizione greca e siamo andati a cantare canti natalizi in diverse lingue dalle suore bizantine di “Pamakaristos” e dalle Carmelite. Più tardi abbiamo fatto anche una visita al Nunzio apostolico, Mons. Edward Adams, che ci ha accolto molto cordialmente, ha chiesto a ognuno la sua storia vocazionale ed ha parlato sulla situazione religiosa e soprattutto quella cattolica nel paese.
Il 26 dicembre abbiamo visitato le Chiese ortodosse di Atene. Di sera ci aspettava una spettacolare cena preparata dai parrocchiani, con diversi piatti tipici. Noi abbiamo eseguito dei canti natalizi internazionali ai parrocchiani i quali a loro volta hanno cantato canti popolari greci. Il giorno seguente siamo andati di nuovo in Atene. Volevamo visitare l’agorà (la piazza) però proprio quel giorno facevano sciopero…, quindi siamo andati al Museo dell’Acropoli, che dà una panoramica unica sulla scultura arcaica greca. Dopo pranzo, abbiamo visitato la zona chiamata Ceramico, dove si trovava il cimitero ateniese con le tombe dei cittadini privati e di quelli morti in guerra.
Il 28 dicembre siamo andati a Delfi. Il santuario di Apollo a Delfi era tra i più celebri dell’antichità, assieme a quello di Zeus ad Olimpia e quello di Apollo a Delo. Di origine antichissima, vi si venerava inizialmente il serpente Pitone, figlio della madre Terra. Il sito assunse il nome attuale con l’introduzione da Creta del culto di Apollo Delfinio, onorato sotto le sembianze di un delfino. Di particolare importanza sono il teatro, che poteva contenere più di 5000 spettatori, e lo stadio, dove vi si effettuavano le gare ginniche dei giochi Pitici, celebrate ogni 4 anni, che comprendevano anche gare musicali e teatrali, eseguite nel teatro, oltre a corse di carri. Tornando ad Atene, ci siamo fermati al monastero di S. Luca che fu fondato dall’eremita S. Luca nel X° secolo.
Il Peloponeso
Il 29 dicembre siamo andati a Corinto passando per il canale di Istmo – costruito nel 1893, lungo 6 km che collega il golfo di Corinto con il golfo Saronico. Nell’antichità il problema della comunicazione tra le due zone di mare era stato risolto in un altro modo. Dalla costa del Saronico fino a quella del golfo di Corinto era stata realizzata una strada lastricata, il cosiddetto “diolkos”, sul quale venivano trascinate le navi da un mare all’altro con un mezzo dotato di ruote. Nell’Antica Corinto, tra il 50 e 51 d.C., vi abitò e predico S. Paolo. Nel sito archeologico si conservano fino ad oggi i resti degli edifici dell’agorà romana (foro), dell’epoca dell’Apostolo Paolo. Durante la sua permanenza a Corinto S. Paolo scrisse alcune delle sue lettere come quella ai Tessalonicesi e quella ai Romani. Al nord dell’agorà romana è stata trovata una iscrizione latina che riporta ERASTUS PRO AEDILITATE S P STRAVIT, “Eretto a spese di Erasto all’epoca in cui aveva la carica di tesoriere.” Nella lettera ai romani, c’è un chiaro riferimento a questo personaggio “Vi saluta Erasto, tesoriere della città” (Rom 16,23) A Corinto si creò una comunità cristiana tra le più numerose e dinamiche, di cui l’Apostolo era fiero. Si conservano inoltre i resti della tribuna dove S. Paolo fu condotto dai Giudei davanti a Gallione, proconsole dell’Acaia e fratello del celebre filosofo Seneca. Tra i monumenti dell’antichità, vi si trova uno dei più antichi templi dorici della Grecia, dedicato ad Apollo.
Nello stesso giorno siamo andati a Micene, importantissimo centro politico-economico-militare a carattere regionale. Sono rimaste le massicce fortificazioni (di cui è rimasta ben conservata la cittadella), un importante palazzo ed una serie di complesse tombe nelle quali erano sepolte le personalità di riguardo con i loro ricchi corredi. I più antichi resti archeologici di Micene risalgono al 3000 a. C, ma la sommità della colina venne fortificata nel 1900-1600 a. C. Attorno al 1600 a. C. si realizzarono tombe di dimensioni molto maggiori, destinate a personaggi importanti. Tra il 1600-1500 a.C. Micene si trovava nell’orbita politica di Creta, ma dal 1500 sviluppò una cultura propria, detta micenea, che influenzò tutta la Grecia meridionale, e giunse ad avere contatti con le coste mediterranee della Siria e dell’Italia.
Siamo stati così ospitati dal p. Jerzy nella sua piccola parrocchia a Nauplio. Un posto incantevole, con i paesaggi indimenticabili. Al giorno seguente ci siamo recati ad Epidauro. Qui nel VII° secolo vi era il santuario di Apollo guaritore, al quale si sovrapporrà il nuovo culto di Asclepio. Lì si trova il teatro di Epidauro, il meglio conservato, che può contenere più di 15000 persone, e dall’arena del teatro fino al punto più alto si sente perfettamente tutto, anche se uno parlasse sottovoce.
Il 31 dicembre siamo andati a visitare il Museo Archeologico Nazionale ad Atene, la Cattedrale cattolica di San Dionigi l’Areopagita, il Museo Nazionale Bizantino, il Museo Benakis con due opere del famoso pittore greco Domenikos Theotokopoulos (conosciuto appunto come “Il Greco”). Il 1º gennaio siamo andati a Maratona luogo della battaglia della prima guerra persiana. Di là siamo andati a Cabo Sounio – punto estremo del continente, a vedere il tramonto. Il giorno era spettacolare, molto chiaro, e il paesaggio unico. Da una parte vi erano le montagne e dall’altra il mare con piccole isole. Dopo aver fatto alcune fotografie e una merendina siamo ritornati ad Atene per la bellissima strada che costeggia il mare.
Il giorno dopo abbiamo visitato Sparta e Mistra – città fortificata vicina all’antica Sparta. Nel 1249 Mistra diventa sede del principato latino di Acaia, creato dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei crociati nella Quarta crociata. Arrivati a Patrasso – luogo di martirio dell’apostolo Andrea, siamo stati ospitati da p. Iannis nella sua parrocchia.
Il 3 gennaio siamo andati a visitare Olimpia – uno tra i più importanti santuari che dominarono la vita religiosa e politica dei primi secoli della storia greca. Qui sono stati fatti i primi giochi Olimpici nel 776 a. C. A causa della fortissima pioggia abbiamo potuto visitare soltanto il museo. Tornando a Patrasso abbiamo visitato alla località chiamata Castro, dove si conserva il castello franco dell’epoca della crociata, che i turchi usarono come carcere.
Il 4 gennaio siamo andati a visitare la Cattedrale Ortodossa di Patrasso, dove si conserva il cranio di S. Andrea Apostolo e una buona parte della sua croce. La stessa sera abbiamo preso il traghetto e il giorno seguente siamo arrivati a Bari. Lì abbiamo celebrato la Messa sulle reliquie di S. Nicola da Bari.
Volevamo ringraziare tutti i nostri superiori per questo viaggio, tutti gli organizzatori e tutti i benefattori. Un particolare ringraziamento a p. Fernando Bravo e alla sua parrocchia per la generosa accoglienza e anche a tutti altri sacerdoti che ci hanno ospitato nelle loro parrocchie. Speriamo di aver la possibilità di ritornare ancora una volta…
Sem. Maxim Gurezov
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